L’uomo c’ha invitati a pranzo. Quando ho chiesto di lavarmi le mani, la donna di casa ha cambiato l’asciugamano in segno di ospitalità. L’uomo ha bevuto alla nostra salute e per la pace nel mondo alcuni shot di vodka. E la figlia, una bella ragazza alta e magra dalla carnagione olivastra ha preparato in cucina un ottimo caffè di benvenuto.

C’è una cosa che bisogna dire da un po’ di tempo.
Altripiani deve ringraziare sempre le donne.
Sono le persone che il più delle volte ti fanno sentire a casa anche se ti trovi molto distante da tutti i tuoi cari e dagli affetti.
L’uomo spesso è colui che instaura la prima conversazione, cerca di filtrare lo sconosciuto, il viandante da quella che è la sua casa, è lui che “difende” la sua famiglia, la sua intimità.
Non è sempre facile quindi entrare in una “proprietà privata”, alle volte gli interrogatori durano decine di minuti sotto la pioggia o sotto il sole rovente, si viene ispezionati alla luce di una torcia, ti chiedono da dove arrivi e per dove hai intenzione di proseguire, in altre occasioni ci sono dei cani da guardia particolarmente aggressivi.
Ma poi, quando tutto si calma, e ti viene fatto quel cenno di approvazione per entrare, quando passi la soglia e vieni accolto tra le mura domestiche, è lei, la donna che premurosa come se ti conoscesse da sempre si prende cura di te.
Ovvio ci sono sempre l’eccezioni. Però, nella maggior parte dei casi lungo le linee di Altripiani abbiamo constatato questa tendenza.

Donne enormi con un viso bellissimo, donne minute con sopracciglia scure, donne con grandi occhi neri e una simpatica gonna colorata. Donne senza denti, ma sorridenti. Donne timide, ma ottime cuoche, donne curate e donne baffute. Donne di casa e donne al pascolo.
Contadine, cittadine, laureate o sposate.

Osserviamo le gonne di queste donne, sono sempre qualcosa di magnifico. Voluminose e variopinte, colorate con stoffe riciclate. È quando le vedi muoversi con la gonna che l’occhio viene catturato. È curioso vederle lungo queste strade spesso non battute, con terra e polvere che si alzano di continuo. In Romania abbiamo visto donne con petti prosperosi e facce tonde e altre dal corpo leggero con la caviglia magra che indossavano camicie con grandi maniche bianche che si attaccavano a gonne a fiori.
Ampie gonne a molte pieghe quelle incontrate durate la Pasqua ortodossa lungo la dorsale dei Carpazi. Gonne che con il vento hanno un fascino che sembra mancare nell’eleganza più moderna.

Le donne sono divertenti, alcune ti dettano ricette in tetre cucine, altre hanno il passo svelto per la strada e hai l’impressione che non ci metterebbero niente a darti un colpo in testa con la stessa indifferenza con cui ti lanciano un’occhiata incuriosite.

Spesso sembra che le donne siano servizievoli domestiche sotto il “dominio” del capo famiglia, ma poi ti accorgi che hanno la spina dorsale bella dritta e le nocche dure e non sembrano tanto intenzionate a farsi dominare facilmente.

Negli itinerari di Altripiani si percorrono molte strade povere, dove il nucleo famigliare si pensa capitanato dall’uomo, ma non è così. È splendida la divisione tra i sessi e l’orgoglio della donna, che schiva, ma ribelle, è forte da essere sempre complementare all’uomo per le sorti di una numerosa famiglia.

Ecco, mi piace proprio tanto il fiero istinto che spinge una donna a distinguersi dal suo sfondo e perciò, ancora grazie alle donne che per alcune ore o per un paio di giorni sono state come delle mamme dolcissime.

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