Dovremmo confrontare una vetta ad una duna e una duna ad una vetta?
Questa è la domanda che mi pongo mentre mi sto imbarcando sul volo per il Marocco.

Sono convinto che non si possa immaginare il cielo visto da una tenda se non l’avete mai sperimentato. È come un vero e proprio abbraccio, un tetto che ti dà il senso di sicurezza e di essere a casa. Nel deserto l’effetto è amplificato cento volte.
Pertanto, ritengo che al fine di comprendere a fondo tutte le cose dalle quali siamo circondati, abbiamo bisogno di sapere che cosa c’è dall’altra parte di esse. È come se la conoscenza fosse qualcosa fatto da un equilibrio tra le cose opposte.
Posso affermare che dormire sotto un cielo stellato di un villaggio iraniano non è la stessa cosa che dormire tra le dune del Sahara.
Scalare una duna richiede uno sforzo molto differente e una coordinazione diversa rispetto a quella che serve per raggiungere una montagna innevata del Caucaso.
Pensate agli elementi sabbia e neve, c’è una differenza enorme tra loro, ma in entrambi i casi si cammina con un passo molto goffo e divertente.
Sulla duna ci si rotola e si ride, è un luogo dove c’è solo sabbia e cielo, un cielo blu intenso senza nuvole.

Probabilmente non si può avere un’idea di ciò che è una grande città, se non si ha mai dormito nel deserto, quindi, chi vive nel deserto non sa molto di se stesso finché non visita una grande città.

L’Atlante è una catena montuosa che sorge ad ovest nelle vicinanze dell’Oceano Atlantico e si estende per il Marocco in direzione est verso il confine con l’Algeria.
Anche per questa avventura sono uscito di casa curioso come sempre.
Il deserto ti svuota la testa, è troppo vasto e non l’ho trovato un luogo di pensiero, ma un luogo in cui a prima vista è impossibile orientarsi e pensare.

Ho incontrato belle famiglie con volti espressivi e nuove storie da raccontare, persone alle quali mi sarebbe piaciuto chiedere molte cose, ma le mie difficoltà linguistiche non me l’hanno permesso, così anche il silenzio andava bene, che in ogni caso spesso è meno vuoto di una parola.

Altripiani in questo breve capitolo africano è andato ad incontrare i Berberi.
Ha percorso nuovi sentieri e una lunga strada verso quel confine (che esiste solo su mappe) tra il Marocco e l’Algeria.

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